mercoledì 19 giugno 2024

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 La vita è bella! 

Questa è la frase che mi ripeteva sempre mio padre. 

Eppure anche lui un giorno giunse al tempo chiamato (anche) sindrome del tramonto. 

Ci fu un periodo di problemi e di irrequietezza... Di buio? Come dice una frase di Kahlil Gibran: 

“Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte”. 

Eppure anche in quel tempo si accese per lui una Luce che lo accompagnò fino all'alba.


Capì che si avvicinava il tramonto e chiesi al Sacerdote il Sacramento dell'unzione degli infermi. Il Sacerdote andò da lui e da quel momento, molti suoi disturbi sparirono, ebbe più forza e tranquillità. Così quando andavo a trovarlo e lui era coricato tranquillo sul suo letto: mi diceva tranquilla Tere', tutto bene! 

Una volta mi ha intrattenuto per parlarmi del suo esame di coscienza sulla sua vita. Sul gusto della vita, come chi è cosciente di aver ricevuto un dono immenso, bello! Così bello che quel dono se lo riguarda, se lo rigira tra le mani per guardarlo ancora  con occhi di stupore e... innamorato del dono quasi lo rivivrebbe da capo con ancora maggior intensità.

Innamorato della vita mi diceva: la vita è bella Tere'!

Dall'unzione all'alba, passò qualche anno.

 Considerato che fin da piccola avevo un affetto particolare per il mio eroe e padre e tra noi c'è quasi sempre stata una certa intesa, pregai il buon Dio di farmi dono di poterlo salutare prima. Non perché meritato ma chiesto come dono.


In alcuni momenti sono stata la sua confidente, anche se nel tempo di buio qualcuno lo influenzò negativamente su me e il mio sposo. Pazienza, siamo tutti fragili e tutti sbagliamo. Nonostante ciò, quel legame profondo e incondizionato restò saldo nei nostri incontri. Ricordo che quando ero ragazzina, il mio esordio in gara di atletica leggera, lo dedicai a lui. Era la festa di San Giuseppe, ed io corsi per dedicargli la vittoria. La mia fu soltanto una medaglia di bronzo, anche se era mio desiderio fargli dono dell'oro.


Sempre lì a San Giuseppe, ricevette l'onorificenza del cavalierato.  Non scordo quel giorno, perché arrivai quando era già tutto finito. Avevo il bambino piccolo ma sicuramente avrei potuto fare meglio.

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Arrivò la festa di Sant'Antonio Abate, erano le 11.29 e mia madre mi chiamò per chiedermi se andavamo a pranzo ed io espressi al mio sposo il desiderio di andare e...Come sempre mi accontentò. Passammo prima a comprare un bel vassoio di zeppole, un dolce da lui amato. Lo presi dalla migliore pasticceria. 

Stranamente quel giorno a pranzo, niente era buono e quei meravigliosi dolci ancora meno, tutto sembrava amaro. L'unica cosa che lui mangiò fu un Ferrero Rocher mentre facevamo l'ultima partita a carte. Lui a mariglia era bravissimo. Ma in cosa non era bravo? Dotato com'era di una certa intelligenza. Però quel giorno proprio non riusciva, aveva l'aspetto di un bambino che mi guardava. Mai mi guardò così a lungo e intensamente come quel giorno, quasi a voler fissare per non dimenticare chi tanto ami. 

Quel giorno, giocammo a carte ma lui era stanco, tanto stanco, allora per coinvolgerlo gli dissi che se non aiutava mia madre, che perdeva, è perché mancava proprio il suo aiuto. Così... intelligentemente acconsentì ma fu come quella volta del salvataggio sul molo. C'era un motivo ancora più profondo.

Quel giorno aveva proprio il viso di un bambino con la testa appoggiata sul cuscino. Un aspetto buono. Mi guardava. Mi guardava mentre lo salutavo, ma tutto era diverso. I suoi occhi erano fissi su me. Lui che mi fotografa con gli occhi? Oppure ancora una volta e sempre mi anticipa e mi dona lui la foto del cuore. 

Oh quante cose non si capiscono subito. Ma un certo amore, una certa forza insieme al nascondimento può mai essere capita?

Ritornai, anzi ritornammo a casa intorno alle 5/6 di sera. Verso le 23.00 andai a dormire, era stata una bella Domenica col Signore! alle 23.33 arrivò la chiamata di mia madre. Andammo di corsa, lei piangeva, lui si era messo a terra per l'incontro della sua vita. Era ancora caldo e sembrava sorridente. Sereno. Non ho potuto che fargli una carezza, come qualche volta accadde nel suo letto, dopo qualche saggia riflessione.

Il giorno della sepoltura, mentre rientravamo in auto,  ho come avuto una visione ad occhi aperti: mio padre bellissimo, raggiante, con i suoi cappelli vivissimi e bianchi ma belli! È sembrato un flash dal Paradiso. Un flash che mi tolse il respiro. Ciò non toglie che prego sempre per lui e le anime del purgatorio, perché nessuno può avere la certezza anche se la visione è stata forte e chiara.

Lassù insieme al Santo dei Santi avrai incontrato tutte le persone che hai amato ed anche... Sansone.

Felicità papà! L'hai già iniziata da quaggiù ma credo che anche lì non ci siano medaglie per te ma la Corona che il buon Dio ha voluto condividere con te.

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