mercoledì 27 marzo 2013

Il Sacerdote è per me come un Cristo

Giorni fa ho detto questa frase e come spesso accade, quando dico qualcosa, poi pian piano per la strada divento come farina che incontra un pochino di lievito che fermenta quel qualcosa...


Tutto diviene pian piano esperienza sempre un pò, più profonda.

Oggi credo un pò di capire anche un pò di più la Santa Messa  e il Sacerdote non solo nella preziosità delle sue mani , ma anche di capire come l'essere io stessa Chiesa, parte della Chiesa, parte del Corpo di Cristo.

In realtà è vero il Sacerdote quando celebra dice: "questo è il mio Corpo..., questo è il mio Sangue...", lui ci dona Cristo infatti, ci dona la vita di Cristo dalla sua nascita alla sua morte e la sua risurrezione. "Fate questo in memoria di me" .
Ma il Sacerdote ci offre anche la sua di vita, unito a Gesù ; ed io stessa ricevendo Gesù, dono la mia vita.
 Questo crea quell'unità che mi fa chiedere perdono non solo per i miei errori ma anche per quelli degli altri, sentendoli come miei...

Ecco che il cuore, cerca di far compagnia a Gesù

martedì 26 marzo 2013

Messaggio del 25 marzo 2013

"Cari figli! 

In questo tempo di grazia vi invito a prendere fra le mani la croce del mio amato Figlio Gesù e a contemplare la Sua passione e morte. Le vostre sofferenze siano unite alla Sua sofferenza e l’amore vincerà, perché, Lui che è l’Amore, ha dato se stesso per amore per salvare ciascuno di voi. 

Pregate, pregate, pregate affinché l’amore e la pace comincino a regnare nei vostri cuori. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

giovedì 21 marzo 2013

«Camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri»

«Voglio chiedervi un favore:

camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri, prendetevi cura tra di voi, non facciamoci del male, curiamo la vita, curiamo la famiglia, curiamo la natura, curiamo i bambini, curiamo gli anziani».


«Non ci sia odio, non ci siano contrasti, lasciamo da parte l'invidia, dialoghiamo. Tra di noi, questo desiderio di aiutarci a vicenda vada crescendo nel cuore e avviciniamoci a Dio». 

 

... e continuate a pregare per me»


Papa Francesco

martedì 19 marzo 2013

Francesco, un Papa tenero ma anche forte.

 Una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d'animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!".

"Quando non ci prendiamo
cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la
distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia,
purtroppo, ci sono degli 'Erode' che tramano disegni di morte,
distruggono e deturpano il volto dell'uomo e della donna".

lunedì 18 marzo 2013

Messaggio annuale da Medjugorje: 18 marzo

Cari figli!

Vi invito a benedire il nome del Signore con fiducia totale e gioia e a ringraziarLo col cuore di giorno in giorno per il grande amore. 

Mio Figlio, attraverso questo amore dimostrato con la croce, vi ha dato la possibilità che tutto vi sia perdonato, cosicché non abbiate a vergognarvi, a nascondervi e per paura a non aprire la porta del proprio cuore a mio Figlio. Al contrario, figli miei, riconciliatevi con il Padre celeste perché possiate amare voi stessi come vi ama mio Figlio. 

Quando comincerete ad amare voi stessi, amerete anche gli altri uomini e in loro vedrete mio Figlio e riconoscerete la grandezza del suo amore

Vivete nella fede! Mio Figlio tramite Me vi prepara per le opere che desidera fare tramite voi, attraverso le quali desidera glorificarsi. RingraziateLo. In modo particolare ringraziateLo per i pastori, vostri intermediari nella riconciliazione con il Padre Celeste. 

Io ringrazio voi, i miei figli. Vi ringrazio.

 

Il messaggio della Madonna mi fa pensare alla lettura del Vangelo di ieri e a ciò che ha detto il Papa Francesco: Dio perdona sempre ma noi ci ricordiamo di chiedere perdono a Dio?

Il cammino di conversione, inizia con la riconciliazione che è appunto il Sacramento della confessione.

C'è un canto che dice: purificami o Signore, sarò più bianco della neve...

Quando s'indossano degli abiti sempre più puliti, si ha poi paura a sporcarli ed è ciò che facciamo nella Santa Confessione!

Aiuta i tuoi Sacerdoti Signore, dona loro forza, coraggio e santità e che mai ci vengano a mancare, fino a quando li vedremo alla tua destra con l'abito sacerdotale ma come Angeli cantare la Messa Celeste e ai nostri occhi sarà dato di vedere la:

Luce da Luce

 Voglio dedicare questo bellissimo canto a mio figlio, un figlio di Maria perchè fin da piccolo la voleva accanto;  un figlio di Dio a cui piace cantare al Signore col cuore e cantare bene:


domenica 17 marzo 2013

da duemila anni non era mai accaduto che un Papa si chiamasse Francesco!

"Padre Santo,
in questi giorni abbiamo sentito il vento della Pentecoste che ha scosso le pareti della nostra anima. Quando, mercoledì scorso, alle 19.05 – ho guardato l’orologio – lei ha detto: “Mi chiamerò Francesco”, lei avrebbe dovuto guardare le facce dei cardinali: da duemila anni non era mai accaduto che un Papa si chiamasse Francesco! Chi stava accanto ha chiesto: “Che ha detto?”. “Francesco”. “Francesco!?”. E tutti a passare la voce, via via, a tutti i cardinali: “Abbiamo Papa Francesco”. A me personalmente, è venuto subito in mente un episodio. Il 17 settembre 1993, Giovanni Paolo II andò alla Verna. Io ero vescovo in Toscana e insieme ai vescovi della Toscana andammo ad accoglierlo. Nel grande refettorio della Verna, al termine del pranzo Giovanni Paolo II, conversando con i frati e con noi vescovi, disse: “Qui, alla Verna, e ad Assisi, è nato il francescanesimo. Ma in qualche modo è rinato il cristianesimo, ritrovando la semplicità e il fervore degli inizia”. E’ quello che sta accadendo, Padre Santo: ritrovando la semplicità ed il fervore degli inizi. Poi, quel giorno, il giorno dell’elezione, quando siamo andati alla Loggia, e Vostra Santità si è affacciata per il primo saluto, noi cardinali eravamo nelle loggette laterali. Gli altoparlanti sono rivolti verso la piazza, pertanto noi non vedevamo niente, ma neppure sentivamo niente. Quando abbiamo visto la gente, tutta in silenzio, a pregare, non avevamo capito l’invito, e chiedevamo: “Ma che è successo? Come mai all’improvviso tutti zitti, così?”. Quando sono uscito, ho chiesto: “Ma che è successo?”. L’ho chiesto al primo che ho trovato: credo che fosse un operatore del Ctv. Mi ha detto: “Lo sa che è successo? Il Papa ha detto alla gente: ‘Pregate per me!’, e si è inchinato per ricevere la preghiera della gente”, e ha aggiunto: “Lo sa che ho sentito il profumo di Betlemme, il profumo del Vangelo?”. E due lacrime sono scese dagli occhi. Io mi commuovo facilmente: sono scese anche nei miei occhi. Padre Santo, il mondo aspetta il profumo di Betlemme, il profumo di Vangelo. Riempia la Chiesa del profumo del Vangelo che è il profumo di Gesù, evidentemente. La seguiremo. Grazie".
cardinale Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano

giovedì 14 marzo 2013

La prima Comunione con Dio è con la Sua Parola...

Facendo le letture del giorno ho riflettuto su questo:
La prima Comunione con Dio, è con la Sua Parola, se non c'è questa comunione non c'è accoglienza di Dio, non c'è comunione con Gesù!

Accogliendo la sua parola, accogliamo l'Amore e lo Spirito d'amore ci unisce a Gesù e solo in questa comunione che glorifichiamo Dio e lui noi.

Gli occhi di Dio non sono i nostri occhi. La verità di Dio è così profonda che solo aprendoci a lui possiamo intraprendere questo viaggio nella profondità sostenuti dalle sue braccia, protetti

- "all'ombra delle su ali" -

 consolati da  una gioia che nessuno potrà mai rapirci.




Santa Madre di Dio, grazie della tua preziosa intercessione, grazie per il Santo Padre che poniamo sotto la tua protezione insieme al popolo di Dio. 
Che il  popolo dell'amore  sia come nuovo germoglio sulla terra,
 come acqua che bagna il deserto...

martedì 12 marzo 2013

Gesù nel Tabernacolo e... i "miei bambini"

Giorni fa ripercorrevo con la mente il ricordo di quando portai i bambini davanti al tabernacolo, in attesa di fare la confessione. Devo dire che faticai un pochino a farli stare buoni con il risultato che ricevettero la lode da parte dello splendido Sacerdote, per essere stati bravi.
Eppure in quel ricordo c'era qualcosa che mi mancava... che cosa? Avrei tanto voluto che i bambini capissero con profondità di cuore, dove eravamo e cosa potevamo fare.

Che cosa potevo fare per spiegarmi meglio? Loro sono intelligenti ed io confido nella loro semplice apertura di cuore, nella loro grande capacità di capire... molto più di un adulto.

Quella notte mi venne in mente quanto  lessi qualche anno fa, la storia vera di un uomo. Desiderai raccontarla loro. L'indomani cercai il libro e trovai il racconto ma avrei avuto pochissimo tempo perchè dovevamo recarci in Chiesa quasi subito, però  riusci a catturare la loro attenzione certa del fatto che dovevo donare loro qualcosa di prezioso...  in pochi minuti i loro cuori e i loro occhi erano catalputati su quel meraviglioso racconto che ora riporterò:

Paolo passava gran parte del suo tempo fuori, ed era molto affezionato alla chiesa di San Giacomo sotto il cui portico mendicava. Bisogna aggiungere che la bottiglia era sua fedele compagna e la cirrosi epatica, tra le altre malattie, non lo lasciava mai. Il suo colorito non prometteva niente di buono e la gente del quartiere si aspettava da un giorno all’altro di non vederlo più, senza tuttavia interessarsi da vicino al suo caso.
Comunque un’anima buona della parrocchia, la signora N., aveva incominciato un certo dialogo con lui, rattristata dal fatto di vederlo così atrocemente solo. Aveva anche notato che la mattina, lasciando per qualche momento il suo posto sotto il portico, Paolo entrava in chiesa (cronicamente vuota) e si sedeva su una sedia in prima fila, davanti al tabernacolo, così…senza far niente. Allora gli ha chiesto:
- Paolo, vedo che vai spesso in chiesa: ma come fai a restare un’ora seduto, senza far niente? Non hai un rosario e neppure un libro di preghiere, qualche volta sonnecchi anche un pochino…Cosa fai là? Preghi? –
- Come vuoi che preghi!!!! Dal tempo del catechismo, da ragazzino, ho scordato tutte le preghiere! Non so più niente! Quello che faccio, ma…non è certo complicato: vado verso il tabernacolo dove Gesù è tutto solo, nella sua scatolina, e gli dico: “Gesù! Sono io, Paolo! Vengo a trovarti!” e poi resto per un po’, tanto per essere con lui, ecco! -
La signora N., resta senza parole prende nota; i giorni passano, sempre uguali, ma quel che doveva accadere, accade e Paolo sparisce dal portico. Malato? Forse morto? N. si informa e lo ritrova all’ospedale: va a vederlo. Il povero Paolo sta malissimo, bardato di tubi, il colorito grigiastro tipico dei morenti e con prognosi infausta.
Ritorna il giorno dopo aspettandosi di sentire la triste notizia…Ma no, Paolo sta seduto ben diritto sul letto, rasato di fresco, l’occhio vivo e l’aspetto completamente cambiato. Un’espressione di felicità indescrivibile emana dal suo viso, e anche una luce. La signora N. si frega gli occhi…ma sì, è proprio lui!
- Paolo, ma è incredibile, tu sei resuscitato! Non sei più tu! Cosa ti è successo? -
- Beh…stamattina, non stavo bene; poi, di colpo, ho visto qualcuno ai piedi del mio letto: era bello, ma bello, pieno di luce…Non puoi neanche immaginartelo! Mi sorrideva e mi ha detto: “Paolo! Sono io, Gesù! Sono venuto a trovarti!”

racconto tratto dal libro: Medjugorje- il trionfo del cuore. "Sono io Paolo" pag. 95

venerdì 8 marzo 2013

Amerai!

"Insegnaci ad amare Singore!"

Tu che ci insegni cosa sia l'amore,
manda il Tuo Spirito ad illuminare il cuore della donna

focolare della famiglia.

Aiutala a vedere l'amore, non inseguendo questo o l'altro precetto ma nel vedere il Tuo volto
in quello del marito, capendo che la prima chiesa per lei si trova lì, nella famiglia...

Aiuta ogni donna a dare vita a quest'amore 

perchè in essa e di essa, hai fatto un ventre di accoglienza alla vita.  

Maria Teresa


giovedì 7 marzo 2013

Martiri nei lager tedeschi


Il pastore tedesco Paul Schneider fu internato nel 1937 nel campo tedesco di Buchenwald, per la sua opposizione al nazismo, motivata dalla sua fede cristiana. Nel lager fu sottoposto a maltrattamenti e a torture particolari perché si rifiutava di rendere omaggio alla croce uncinata e a Hitler, all’idolatria dell’uomo, dello Stato e della razza germanica.
Dall’aprile 1938 fu rinchiuso in isolamento nel bunker del campo, dove trascorse i suoi ultimi quattordici mesi di vita. Dal bunker, tuttavia, attraverso una piccola feritoia non cessò mai di far sentire la sua voce per ricordare ai suoi compagni la presenza del Signore. Un compagno ha ricordato: «Tutte le mattine teneva per noi prigionieri una preghiera mattutina, e a causa di quella ogni volta veniva bastonato o torturato».
Un detenuto, deciso a gettarsi contro il filo spinato elettrificato per farla finita, ha raccontato di avere desistito da questa idea grazie alle parole del pastore Schneider. Il pastore richiamava la memoria dell’amore di Dio durante l’appello nel piazzale del campo: «In quel luogo di orrore e disperazione, si udì risuonare, sul piazzale in cui i ventimila prigionieri stavano allineati, una voce forte e chiara. Questa voce proveniva dalla feritoia d’una cella nel bunker: "Gesù Cristo dice: Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre"... Con quel grido mi ha salvato. Perché da quel momento io ho saputo: c’è Qualcuno al mio fianco!».

 
 «La domenica di Pasqua, per esempio, improvvisamente udimmo le potenti parole: "Così dice il Signore: Io sono la risurrezione e la vita!". Le lunghe file dei prigionieri stavano sull’attenti, profondamente turbate dal coraggio e dall’energia di quella volontà indomita... Non poté mai pronunciare più che poche frasi. Poi sentivamo abbattersi su di lui i colpi di bastone delle guardie...».
(A. Riccardi)

Lui... è la nostra forza!

mercoledì 6 marzo 2013

Alcuni cercano, oggi, di far passare l’eutanasia per misericordia.

Che cos’è la misericordia? È una reazione spontanea, naturale, alla
miseria del prossimo? Oppure Gesù ha portato dal cielo sulla terra, con la
Sua Misericordia, un atteggiamento nuovo?


Alcuni cercano, oggi, di far passare l’eutanasia per misericordia. Non è

crudele lasciare che un malato si contorca nel dolore fino alla morte? Non

è misericordioso abbreviare la sua sofferenza?


Dà da pensare, che i promotori dell’eutanasia debbano, per così dire,
“abbellire” l’uccisione di un malato, per poterla difendere.
Come cristiani
dobbiamo cercare di chiamare le cose con il loro nome, di porle alla luce
della verità.
Un amico, medico, mi ha confidato come si comporta di fronte
a richieste di eutanasia. Quando vengono persone a dirgli: “Dottore,
nostra nonna soffre tanto, non potrebbe accorciarle le sofferenze, sa, con
una piccola puntura…” – Lui risponde: ” ma uccidetela voi stessi, vostra
nonna!” Con una parola è tutto chiaro: l’eutanasia è un omicidio, anche se
la si nasconde sotto il mantello della misericordia.


 La misericordia non è un sentimento vago di “amore
universale”. Essa è concreta. Nel racconto di Gesù un sacerdote e un
levita passano per la strada. Vedono quell’uomo mezzo morto, derubato e
passano oltre cambiando il lato della strada. Avevano forse motivi
ragionevoli per farlo: avevano, per esempio, paura di venire aggrediti essi
stessi. I briganti potevano essere ancora nelle vicinanze. Il samaritano
agisce in modo umano: è preso da profonda compassione. Fa quello che la
situazione richiede. Interrompe tutti i suoi programmi di viaggio, impegni
e appuntamenti, e si cura del ferito grave. “Chi di questi tre ti sembra sia
stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". La risposta è
inevitabile: "Chi ha avuto compassione di lui" (cf. Lc 10, 25-37).
La misericordia è concreta.


 Cardinale Schönborn

venerdì 1 marzo 2013

La Tua bellezza

Come un fiore
hai reso l'anima mia,
l'hai portata in alto
le hai dischiuso i petali
al cielo che si apriva
sopra me
alla tua luce
che si riflette sulla corolla
ma piano mi fai scendere
sorretta dalle tue forti mani
per giungere alle radici
dove nel mio niente...
trovo il mio tutto: Tu.