mercoledì 6 marzo 2013

Alcuni cercano, oggi, di far passare l’eutanasia per misericordia.

Che cos’è la misericordia? È una reazione spontanea, naturale, alla
miseria del prossimo? Oppure Gesù ha portato dal cielo sulla terra, con la
Sua Misericordia, un atteggiamento nuovo?


Alcuni cercano, oggi, di far passare l’eutanasia per misericordia. Non è

crudele lasciare che un malato si contorca nel dolore fino alla morte? Non

è misericordioso abbreviare la sua sofferenza?


Dà da pensare, che i promotori dell’eutanasia debbano, per così dire,
“abbellire” l’uccisione di un malato, per poterla difendere.
Come cristiani
dobbiamo cercare di chiamare le cose con il loro nome, di porle alla luce
della verità.
Un amico, medico, mi ha confidato come si comporta di fronte
a richieste di eutanasia. Quando vengono persone a dirgli: “Dottore,
nostra nonna soffre tanto, non potrebbe accorciarle le sofferenze, sa, con
una piccola puntura…” – Lui risponde: ” ma uccidetela voi stessi, vostra
nonna!” Con una parola è tutto chiaro: l’eutanasia è un omicidio, anche se
la si nasconde sotto il mantello della misericordia.


 La misericordia non è un sentimento vago di “amore
universale”. Essa è concreta. Nel racconto di Gesù un sacerdote e un
levita passano per la strada. Vedono quell’uomo mezzo morto, derubato e
passano oltre cambiando il lato della strada. Avevano forse motivi
ragionevoli per farlo: avevano, per esempio, paura di venire aggrediti essi
stessi. I briganti potevano essere ancora nelle vicinanze. Il samaritano
agisce in modo umano: è preso da profonda compassione. Fa quello che la
situazione richiede. Interrompe tutti i suoi programmi di viaggio, impegni
e appuntamenti, e si cura del ferito grave. “Chi di questi tre ti sembra sia
stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". La risposta è
inevitabile: "Chi ha avuto compassione di lui" (cf. Lc 10, 25-37).
La misericordia è concreta.


 Cardinale Schönborn

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