sabato 25 maggio 2013

Lo Spirito Santo mette la fede nel nostro cuore ma noi... gliela chiediamo?

Questa è la domanda che mi pongo da tempo, soprattutto quando parlo della forza della fede e sento rispondere che è un dono, come se ci fossero dei... privilegiati? non so... Dio solo conosce tuttavia  penso che molto spesso ci diciamo cristiani a parole ma quanto desideriamo davvero esserlo? ci sono scogli, montagne da superare, porte da aprire, muretti o muri da togliere siamo disposti a farlo? quando ho capito che non ne avevo la forza ho chiesto aiuto allo Spirito di Dio l'ho desiderato con tutto il cuore, l'ho implorato...
Oggi ne è quasi preghiera costante, forza e bellezza nella misura in cui mi apro. Pertanto penso con profondità che se c'è una qualche bellezza in me è di Dio, il resto è solo mio. Certo ci sono sempre muretti da abbassare, scogli da superare e se a tratti posso sembrare una rosa ho pur sempre il dolore e la grazia della spina che insegnano al mio cuore ciò che posso tendere a dimenticare. Il profumo della nuova umanità è così prezioso, bello da non poterne più fare a meno.
Apriamo il nostro cuore a Dio, doniamoglielo.  La prima ad aprire il cuore e a contemplare "il Verbo che si fece carne" è stata Maria, la Madre di Gesù. Accogliamola nella nostra casa lei ci mostrerà la via sicura, quella che ci unisce al Figlio.



Oggi il Santo Padre ha fatto la sua omelia a Santa Marta. Restiamo sempre più in cammino...

Riporto alcuni passi: 

...  cita poi l’episodio del cieco di Gerico, rimproverato dai discepoli perché gridava verso il Signore: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!”:

“Il Vangelo dice che volevano che non gridasse, volevano che non gridasse e lui gridava di più, perché? Perché aveva fede in Gesù! Lo Spirito Santo aveva messo la fede nel suo cuore. E loro dicevano: ‘No, non si può! Al Signore non si grida. Il protocollo non lo permette. E’ la seconda Persona della Trinità! Guarda cosa fai…’ come se dicessero quello, no?”.


 “Pensiamo ai cristiani buoni, con buona volontà; pensiamo al segretario della parrocchia, una segretaria della parrocchia… ‘Buonasera, buongiorno, noi due – fidanzato e fidanzata – vogliamo sposarci’. E invece di dire: ‘Ma che bello!’. Dicono: ‘Ah, benissimo, accomodatevi. Se voi volete la Messa, costa tanto…’. Questi, invece di ricevere una accoglienza buona – ‘E’ cosa buona sposarsi!’ – ricevono questo: ‘Avete il certificato di Battesimo, tutto a posto…’. E trovano una porta chiusa. Quando questo cristiano e questa cristiana ha la possibilità di aprire una porta, ringraziando Dio per questo fatto di un nuovo matrimonio… Siamo tante volte controllori della fede, invece di diventare facilitatori della fede della gente”.

E’ una tentazione che c’è da sempre – spiega il Papa – che è quella “di impadronirci, di appropriarci un po’ del Signore”. E racconta un altro episodio:

“Pensate a una ragazza madre, che va in chiesa, in parrocchia e al segretario: ‘Voglio battezzare il bambino’. E poi questo cristiano, questa cristiana le dice: ‘No, tu non puoi perché non sei sposata!’. Ma guardi, che questa ragazza che ha avuto il coraggio di portare avanti la sua gravidanza e non rinviare suo figlio al mittente, cosa trova? Una porta chiusa! Questo non è un buon zelo! Allontana dal Signore! Non apre le porte! E così quando noi siamo su questa strada, in questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha istituito sette Sacramenti e noi con questo atteggiamento istituiamo l’ottavo: il sacramento della dogana pastorale!”.

“Gesù si indigna quando vede queste cose” – sottolinea il Papa - perché chi soffre è “il suo popolo fedele, la gente che Lui ama tanto”:

“Pensiamo oggi a Gesù, che sempre vuole che tutti ci avviciniamo a Lui; pensiamo al Santo Popolo di Dio, un popolo semplice, che vuole avvicinarsi a Gesù; e pensiamo a tanti cristiani di buona volontà che sbagliano e che invece di aprire una porta la chiudono … E chiediamo al Signore che tutti quelli che si avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte, trovino le porte aperte, aperte per incontrare questo amore di Gesù. Chiediamo questa grazia”.
 
R. Vaticana

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