La mia anima che forse si aspettava una Pasqua gioiosa, si ritrova da giorni in uno stato di contrizione continua. Ma forse è proprio questo il dono. Capire o avere l'intuizione di essere davvero nulla è si doloroso ma ti fa elevare una preghiera che è quasi un grido. Mi viene in mente il Salmo: "A te io grido abbi pietà di me. Non nascondermi il Tuo Volto. Non respingere con ira il tuo servo"
Così alle tre di notte scrivo come una bambina la letterina a Gesù:
Carissimo Gesù ti scrivo per domandarti tante cose e che forse riassumo semplicemente chiedendoti se quando eri in croce, insieme alla tua preziosa carne c'era la mia povera carne, così tutta la mia immensa povertà, tutti i miei difetti quelli che non sopporto, quelli che fanno faticare chi mi ama.Se fosse così mi consolo, perché io non riesco ad essere diversa da quella che sono, ci provo e tante volte ti ho chiesto la grazia di cambiarmi ma forse la grazia più grande sarebbe quella di capire che tu mi ami così come sono
Mi ami di un amore immenso e inconcepibile per me, piccola creatura.
Grazie
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