Giorni fa ripercorrevo con la mente il ricordo di quando portai i bambini davanti al tabernacolo, in attesa di fare la confessione. Devo dire che faticai un pochino a farli stare buoni con il risultato che ricevettero la lode da parte dello splendido Sacerdote, per essere stati bravi.
Eppure in quel ricordo c'era qualcosa che mi mancava... che cosa? Avrei tanto voluto che i bambini capissero con profondità di cuore, dove eravamo e cosa potevamo fare.
Che cosa potevo fare per spiegarmi meglio? Loro sono intelligenti ed io confido nella loro semplice apertura di cuore, nella loro grande capacità di capire... molto più di un adulto.
Quella notte mi venne in mente quanto lessi qualche anno fa, la storia vera di un uomo. Desiderai raccontarla loro. L'indomani cercai il libro e trovai il racconto ma avrei avuto pochissimo tempo perchè dovevamo recarci in Chiesa quasi subito, però riusci a catturare la loro attenzione certa del fatto che dovevo donare loro qualcosa di prezioso... in pochi minuti i loro cuori e i loro occhi erano catalputati su quel meraviglioso racconto che ora riporterò:
Paolo
passava gran parte del suo tempo fuori, ed era molto affezionato alla
chiesa di San Giacomo sotto il cui portico mendicava. Bisogna aggiungere
che la bottiglia era sua fedele compagna e la cirrosi epatica, tra le
altre malattie, non lo lasciava mai. Il suo colorito non prometteva
niente di buono e la gente del quartiere si aspettava da un giorno
all’altro di non vederlo più, senza tuttavia interessarsi da vicino al
suo caso.
Comunque un’anima buona della parrocchia, la signora N.,
aveva incominciato un certo dialogo con lui, rattristata dal fatto di
vederlo così atrocemente solo. Aveva anche notato che la mattina,
lasciando per qualche momento il suo posto sotto il portico, Paolo
entrava in chiesa (cronicamente vuota) e si sedeva su una sedia in prima
fila, davanti al tabernacolo, così…senza far niente. Allora gli ha
chiesto:
- Paolo, vedo che vai spesso in chiesa: ma come fai a
restare un’ora seduto, senza far niente? Non hai un rosario e neppure un
libro di preghiere, qualche volta sonnecchi anche un pochino…Cosa fai
là? Preghi? –
- Come vuoi che preghi!!!! Dal tempo del catechismo, da
ragazzino, ho scordato tutte le preghiere! Non so più niente! Quello
che faccio, ma…non è certo complicato: vado verso il tabernacolo dove
Gesù è tutto solo, nella sua scatolina, e gli dico: “Gesù! Sono io,
Paolo! Vengo a trovarti!” e poi resto per un po’, tanto per essere con
lui, ecco! -
La signora N., resta senza parole prende nota; i giorni
passano, sempre uguali, ma quel che doveva accadere, accade e Paolo
sparisce dal portico. Malato? Forse morto? N. si informa e lo ritrova
all’ospedale: va a vederlo. Il povero Paolo sta malissimo, bardato di
tubi, il colorito grigiastro tipico dei morenti e con prognosi infausta.
Ritorna
il giorno dopo aspettandosi di sentire la triste notizia…Ma no, Paolo
sta seduto ben diritto sul letto, rasato di fresco, l’occhio vivo e
l’aspetto completamente cambiato. Un’espressione di felicità
indescrivibile emana dal suo viso, e anche una luce. La signora N. si
frega gli occhi…ma sì, è proprio lui!
- Paolo, ma è incredibile, tu sei resuscitato! Non sei più tu! Cosa ti è successo? -
-
Beh…stamattina, non stavo bene; poi, di colpo, ho visto qualcuno ai
piedi del mio letto: era bello, ma bello, pieno di luce…Non puoi neanche
immaginartelo! Mi sorrideva e mi ha detto: “Paolo! Sono io, Gesù! Sono
venuto a trovarti!”
racconto tratto dal libro: Medjugorje- il trionfo del cuore. "Sono io Paolo" pag. 95
Commovente racconto Terry, grazie!
RispondiEliminaSi... cara Gianna.
RispondiEliminaBellissima storia domani la racconterò a i miei bambini del catechismo grazie!
RispondiEliminaSi Rosa, anche a me è piaciuta talmente tanto da condividerla anche qui.
RispondiEliminaPrego